Carmina Burana
I Carmina Burana rappresentano la più grande e importante antologia poetico-musicale del Medioevo proveniente dall’area culturale franco-tedesca. Le composizioni, per la maggior parte anonime, furono trascritte e forse in parte anche scritte presumibilmente nella prima metà del 1200. Custodita fino al 1803 nell’abbazia di Benediktbeuern (il più antico monastero benedettino a nord delle Alpi), la raccolta fu trasferita nella biblioteca di Monaco di Baviera in seguito alla secolarizzazione napoleonica dei beni ecclesiastici e classificata come Codex Latinus Monacensis 4660 (CLM 4660). Il ritrovamento dei 112 fogli di pergamena fu opera di Johannes Andreas Schmeller, funzionario della Staatsbibliotek di Monaco, che nel 1847 stampò la prima edizione integrale coniando il nome “Carmina Burana” (appunto perché il manoscritto era stato conservato per tanti secoli nell’antica Bura Sancti Benedicti, fondata da San Bonifacio fra il 730 e il 740). Questa edizione ebbe il grande merito di portare alla luce 228 testi redatti in latino e medioalto tedesco divisi in tre gruppi:
- Carmina Moralia(canti 1-55), dal contenuto satirico e morale.
- Carmina Veris et Amoris (canti 56-186), con tematiche amorose a loro volta suddivise in due sezioni: la prima (56-121) con testi in latino di vasta popolarità; la seconda (135-186) a diffusione prettamente locale. Fra le due un gruppo eterogeneo di liriche in medioalto tedesco completamente estraneo al tema amoroso.
- Carmina Lusorum et Potatorum (canti 187-228), con argomenti bacchici e conviviali, preceduti da alcuni canti satirici (187-190) e seguiti da due drammi sacri.
Nel 1901 Wilhelm Meyer scoprì altri sette fogli di pergamena dispersi pubblicandoli sotto il nome di Fragmenta Burana, che furono classificati con la sigla CLM 4660a; questi carmi sono stati plausibilmente inseriti negli spazi vuoti e alla fine del codex buranus da una trentina di redattori diversi fra la seconda metà del 1200 e l’inizio del 1300.
Ulteriori canti furono aggiunti in seguito, sicchè il florilegio raccoglie nel complesso 325 numeri, piú due liriche di Marner (l’ultima sezione, detta Carmina Divina, contiene componimenti a carattere moralistico sacrale sia in latino che in medioalto tedesco).
Anche se ogni “carmen buranum” era destinato sicuramente al canto, solo trenta liriche sono state tramandate con la notazione neumatica inserita da almeno sei scriba differenti; grazie al confronto con fonti melodiche parallele desunte da manoscritti coevi, oggi disponiamo della scrittura musicale di quarantasette canti, peraltro parzialmente attendibili data la complessa interpretazione della notazione in forma “adiastematica” di parte della musica medioevale.
Carlo Gizzi
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